New York Fashion Week: le sfilate più belle

La New York Fashion Week per la presentazione delle collezioni Spring-Summer 2024 volge quasi al termine con la sua ultima giornata di defilè.

Ha aperto Helmut Lang e chiuderà Luar. In mezzo, 71 eventi tra show e presentazioni, debutti, grandi come back e qualche assente. Come di consueto, è New York ad aver inaugurato il lungo mese della moda che porterà poi a Londra, Milano e Parigi in un susseguirsi di stili e suggestioni che delineeranno il più ampio quadro delle tendenze per la prossima SS 2024.

Back to basics

Peter Do, alla sua prima collezione come direttore creativo per Helmut Lang, rispolvera le divise minimali che hanno reso celebre il brand negli Anni 90.

Cathy Horyn, affilata penna del giornalismo di moda americano, non è andata per il sottile nel commentare il debutto di Peter Do da Helmut Lang e su The Cut ha scritto: “Do dovrà trovare il proprio punto di contatto con Helmut Lang e poi esprimere quello spirito in modo contemporaneo, senza rispettare la sua eredità. Altrimenti tanto vale andare da Uniqlo”. Non deve essere facile, in effetti, confrontarsi con l’eredità stilistica di un designer come Lang, ma l’intento di Do è quello di aprire il dialogo con un pubblico più ampio e fare in modo che gli abiti abbiano una certa longevità senza essere super costosi.

Il duo di designer di Proenza Schouler continua la filosofia iniziata la scorsa stagione con una sfilata dove a farsi notare sono giacche ben costruite, soprabiti lineari e pratiche borse da annodare intorno alla vita. Così come jeans slavati fino a diventare quasi bianchi e tuniche di rete. 

Tutto fa schifo. Siamo tutti condannati. Il mondo è in fiamme, ma noi facciamo una sfilata di moda perché è quello che sappiamo fare”. Queste le parole di Hillary Taymour nelle ore antecedenti lo show. Ma oltre all’aumento delle temperature e al conseguente cambiamento climatico, la designer di Collina Strada riflette anche sull’intelligenza artificiale, nuovo spauracchio delle industrie creative che lei piega alla causa del défilé per la prossima Primavera Estate dove modelle e modelli- dal sorriso tanto smagliante quanto inquietante- sfilano in un tripudio di drappeggi, asimmetrie, patchwork e volant, portando allo stremo lo stile massimalista della direttrice creativa. 

Minimalismo Bessette Kennedy

La semplicità più ricercata e solo apparente viene avvista anche sulle passerelle di Khaite, con spalle marziali, tagli rigorosi, forme concettuali; molto nero, tanto bianco, inframezzati da accenni di verde militare e lampi di rosso; ma anche da Tibi e Bevza. Tornano le sottovesti che Carolyn Bessette Kennedy scelse come abito da sposa. I soprabiti a doppiopetto hanno le spalle forti. I pull sono morbidi e le gonne diritte.

Tory Burch mette in campo una collezione solo apparentemente minimale. In realtà le sue superfici sono complesse così come i dettagli sartoriali. E lo spirito che pervade gli abiti parla di libertà e portabilità. 

Romanticismo e see-through

Ralph Lauren con la sua collezione porta in passerella un vero e proprio concentrato di classicismo americano: dal denim trattato però con inserti di chiffon, tulle e texture devoré al binomio bianco e nero; dagli stilemi cowboy a quelli boho chic fino ad arrivare agli abiti da sera dalle superfici dorate.

La sfilata di Michael Kors Collection prende ispirazione dalle icone di stile del passato, da Jane Birkin a Marisa Berenson, portando in passerella una moda vacanziera in cui il pizzo si sposa ad abiti ampi e see-through, con colori Basic e neutro e stampe floreali che si alternano a giraffe.

La collezione di Phillip Lim ha le forme di lunghi abiti di chiffon e organza sotto i quali si intravedono top e culotte coordinate, così come quelli di Probal Gurung che mescola maschile e femminile, contemporaneità e passato.

Arianna Chirico

Foto: Vogue Runway