Il meglio della Paris Fashion Week

Dal 27 febbraio al 7 marzo si vola a Parigi per chiudere il calendario delle sfilate womenswear. Dopo le tre tappe fondamentali – New York, Londra e Milano – la Fédération de la Haute Couture et de la Mode ha sancito l’inizio delle sfilate parigine con una schedule ricca di show, di debutti e ritorni in passerella.

Qui alcuni degli show che hanno incantato il pubblico.

I mitologici anni ’50 di Dior

Nel cuore dei Jardin des Tuileries, Dior presenta la sua collezione fall winter 23/24, in uno scenario di dirigibili di cristallo sospesi nel vuoto e bombe raccolte in bozzoli variopinti creati dall’artista portoghese Joana Vasconcelos. 

Silhouette vintage ed esplicitamente anni ’50 sono rielaborate in una prospettiva contemporanea e costruttiva, in cui la donna, la rinascita e l’audacia dominano vittoriose. Nel ricostruire i mitologici anni ’50 di Christian Dior, Maria Grazia Chiuri assume una prospettiva assolutamente personale. Ha dichiarato di essersi ispirata a tre donne importanti per Monsieur Dior e la cultura francese: la sorella Catherine Dior, Juliette Greco, amica di Dior e cliente, e Édith Piaf.

Sfilano romantiche gonne a ruota dalle stampe floreali, ma anche tubini a fiori e abiti da cocktail con la stessa fantasia. A far da sovrana una palette colori eterogenea e vibrante, con capi rosso rubino, blu, giallo topazio e verde smeraldo e tessuti tartan, che esaltano capispalla avvolgenti, giacche e gonne a corolla o dalla silhouette dritta.

A svelare il lato dark della donna immaginata da Maria Grazia Chiuri ci pensano i total look animalier, le giacche e le gonne in pelle, i bomber portati con gli anfibi e le collane choker.

Tutti a bocca aperta per Saint Laurent

Saint Laurent è stato tra i primi a sfilare in una location appena illuminata da sontuosi candelabri, incantando chiunque con una sensualità strong e decisa. Anthony Vaccarello sublima la sua idea massima di eleganza in una collezione che gioca con il power dressing anni ’80 e l’esasperazione sartoriale di gessati, codici maschili e spalle XXL.

Il tailoring rende omaggio ai codici tipici di Yves Saint Laurent, ma celebra anche un’armonia perfetta di forme, linee, silhouette e contrasti, attraverso maxi cappotti e spalline gigantesche che si sposano a bluse trasparenti, satin e lingerie.

La donna Saint Laurent è un’abile ed elegante seduttrice: i blazer e le spalle marziali non sono un’armatura con cui difendersi dal mondo esterno, ma il simbolo di una forza e di una sicurezza femminile spontanea e indistruttibile.

Il romanticismo di Cecilie Bahnsen

Couture di tutti i giorni è la collezione di Cecilie Bahnsen che dà la sua versione romantica a un bomber corto con un fiocco fluttuante sul retro o uno spolverino a trapezio con maniche a palloncino. Nel backstage prima della sfilata, Bahnsen ha spiegato che sentiva che era il momento giusto per esplorare nuove silhouette, più snelle, e combinazioni di colori più vibranti: sfumature dal turchese al ceruleo, dal girasole al giallo limone, o dal rosa pallido al magenta brillante. 

Il minimalismo aristocratico di The Row

Ad aprire le danze della terza giornata della PFW, è stato The Row, il brand delle gemelle Ashley e Mary-Kate Olsen, i cui show sono riservati, alteri e quasi aristocratici. Il loro sofisticato minimalismo si traduce in suit sartoriali dai tagli pulitissimi, cappotti con mantelle annesse e cromie neutre: bianco, nero, grigi accostati al tortora, verde insaturo e un solo look di rosso intenso. 

L’architettura del movimento di Balmain

Ispirato dalla filosofia di monsieur Balmain, per cui “la sartoria è l’architettura del movimento”, Olivier Rousteing, l’attuale direttore creativo della maison, ricostruisce silhouette senza tempo, negli stessi colori che fecero parte del marchio fin dalla sua nascita.

La collezione è un tripudio di cristalli e perline; di giacche con revers che diventano cornici per scollature generose; di gonne cortissime drappeggiate o di gonne a ruota di pelle tempestate da borchie di cristallo; di fiocchi; di pelle verniciata lucida; di giacche a cappa di velluto.

La sexiness tipica di Rousteing svanisce e lo stile della donna Balmain diventa più classico, ma pur sempre contemporaneo.

Tailoring e sex appeal firmato Givenchy

Matthew M. Williams mescola tailoring e rigore geometrico con nude dress e sex appeal nella nuova collezione Givenchy.

Un’equilibrata dose di fluidità e morbidezza si mixa a volumi over con nude dress e sex appeal. Il rigore del total black viene interrotto da lampi di colore su look monochrome, come il blu mare e il lime o i flash bold e vibranti del verde smeraldo, del rosa candy e del glicine.

Arte e moda: l’heritage di Elsa Schiaparelli

Daniel Roseberry presenta fisicamente – per la prima volta – la collezione ready-to-wear autunno inverno 2023 di Schiaparelli durante la Paris Fashion Week.

Vorrei portare il prêt-à-porter a un livello diverso da quello della Haute Couture. Vorrei riportare il mondo Schiaparelli al ready to wear” dice Roseberry prima della sfilata. La collezione si apre con un voluminoso piumino nero con dettagli metallici in oro, seguito da abiti lisci e lunghi con l’iconica serratura dorata sul busto. Gli accessori sono emblematici e richiamano l’irriverenza e la teatralità della maison, celebrando  l’incredibile heritage di Elsa Schiaparelli, che ha sempre creato connubi tra arte e moda: la nuova Schiap Bag, una baguette trapuntata impreziosita da dettagli in rilievo e bijoux a forma di gigli o gusci d’ostrica. 

Grey Gardens di Victoria Beckham

Per la sua seconda volta a Parigi, Victoria Beckham si ispira al film del 2009 Grey Gardens, che vede protagoniste Drew Barrymore e Jessica Lange. Lo stile personalissimo delle due protagoniste  ispira la designer, che porta in passerella lunghi trench con piume, abiti asimmetrici, completi maschili, maglioni a collo alto, pantaloni wide leg e cinture logate, tacchi platform e calze a rete: tutto è in perfetto stile Victoria Beckham. 

Il lupo e l’agnello di Coperni

La collezione Coperni Autunno Inverno 2023-2024 è una favola moderna sul rapporto tra uomo e tecnologia, liberamente ispirata alla favola “Il lupo e l’agnello” di Jean de la Fontaine. 

Lo show presenta i robot “Spot” della compagnia americana Boston Dynamics in relazione agli esseri umani: il brand ha una visione positiva del futuro, secondo cui l’umanità e la macchina possono vivere in totale armonia.

Attraverso una performance spettacolo, i modelli hanno assunto il ruolo di agnelli, mentre i lupi sono stati sostituiti da cinque cani robot che hanno interagito con loro, rubando parti dei loro look, ma poi restituendoli.

Gli show da attendere col fiato sospeso

Tra gli show da attendere: Glenn Martens con il suo Y/Project sfilerà per la prima volta nel calendario femminile, saltando a gennaio la fashion week dedicata al menswear. Balenciaga, dopo le accese polemiche degli ultimi tempi, presenterà la collezione fw 23/24 domenica. Tra i grandi ritorni Alexander McQueen, che sceglie Parigi dopo 3 anni in cui ha sfilato fra Londra e New York e Pierre Cardin, che ha deciso di celebrare in passerella i 100 del marchio. C’è grande attesa anche per il debutto di Ludovic de Saint-Sernin alla direzione di Ann Demeulemeester.

Attesissima anche la collezione di Maison Valentino e di Chanel, che chiuderà questa edizione.