Si è spento all’età di 88 anni il designer spagnolo Paco Rabanne, uno dei nomi più rivoluzionari della moda.
Nato nel 1934 a Pasaia, nei Paesi Baschi spagnoli, fu costretto a lasciare il suo Paese allo scoppio della guerra civile, durante la quale suo padre venne ucciso. Si trasferì in Francia con la madre, dove intraprese gli studi di architettura alla Scuola Nazionale di Belle Arti.
Agli albori della sua carriera, realizzò gioielli per Givenchy, Dior e Balenciaga, ma creò il suo primo abito nel 1965, per poi approdare alla fondazione della sua Maison nel 1966.

Il metallurgico della moda
La sua collezione di esordio prese il nome di Metal Couture, che si articolava, come dal suo manifesto, di “12 vestiti immettibili creati con materiali contemporanei“. Lo stupore dell’opinione pubblica fu tale che la sua collega Coco Chanel affermò che lui non fosse un couturier, ma un metallurgico della moda, per i materiali non convenzionali usati.
L’amore per la materia, insieme a ricerca, innovazione e sperimentazione, fu sempre un cardine portante per la definizione della sua estetica: i materiali utilizzati, inediti e sorprendenti, dal pvc alla plastica, dal metallo – lavorato unendo piccole placche tra di loro tramite anelli – alla carta, lo resero un rivoluzionario.
Non tutti compresero subito la portata avanguardista del genio assoluto, destinato a influenzare i decenni a seguire, ma d’altra parte, è possibile comprendere le sue produzioni così estrose alla luce del suo motto per cui “non bisogna mai essere banali, poiché la banalità uccide ogni forma di creatività”.



L’estetica del 1969
Il suo stile visionario riusciva a leggere perfettamente il contesto dell’epoca, tanto che nel 1969, anno del primo sbarco sulla Luna, presentò una collezione che rispecchiava l’estetica tecnologica e futuristica del quel periodo. La prima borsa “69” di Paco Rabanne fu realizzata con una serie di dischi d’acciaio e anelli di metallo dal design innovativo mai visto prima.
Nel 1969 lanciò Calandre, il primo profumo di una lunga serie di grandi successi commerciali. Nel 1973 creò l’eau de toilette maschile Paco Rabanne Pour Homme, che ancora oggi è uno dei profumi più iconici del mercato.
Fu inoltre il primo stilista in assoluto a introdurre la musica durante le sue sfilate.



Barbarella e il cinema
Forte il sodalizio anche con il cinema: celeberrima la sua collaborazione con Roger Vadim per i costumi del film di culto Barbarella, nel quale vestì Jane Fonda con le sue creazioni, vere proprie visioni del futuro oggi dal sapore irresistibilmente vintage e tra i suoi abiti più iconici rimane indimenticabile anche quello ricoperto di dischetti di paillettes metallizzate indossato da Audrey Hepburn in Due per la strada.


Profondamente credente, decise di lasciare il mondo delle passerelle nel 1999 e da quel momento si era ritirato a vita privata, tanto da essere poi soprannominato il monaco della moda.
Arianna Chirico
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