La New York Fashion Week inaugura il fashion month più speciale ed impegnativo di questo
autunno.
Dal 9 al 14 Settembre, la Grande Mela ha ospitato un calendario ricco di eventi e di fashion shows fisici, che ha sancito il ritorno di settimane della moda più performanti, dopo una parentesi pandemica che aveva impedito le sfilate in presenza a favore di shows digitali.
Il CFDA, Council of Fashion Designers of America, ha festeggiato i 60 anni e in occasione delle presentazioni delle collezioni Ready To Wear Spring/Summer 2023, ha invitato i brand a riflettere sulla moda americana, esaltandone l’importanza sulla scena internazionale.
Il calendario di questa prima fashion week ha assistito al comeback di nomi illustri, come Tommy
Hilfiger e Tom Ford, che ha chiuso la kermesse; alla presenza di special guest made in Italy, come
Fendi e Marni, e all’assenza di altri, come Ralph Lauren. Il brand infatti ha annunciato sui social il suo California Dreamin’!: presenterà sia la collezione maschile sia quella femminile in un’unica fashion experience, nella West Coast, il 13 ottobre.
Energia cromatica made in America
L’energia cromatica è stata il leitmotiv delle passerelle newyorkesi: momenti di particolare
eccentricità hanno propagato una peculiare voglia di osare e di esprimere audacia e personalità
attraverso i colori.
Primo fra tutti Marni, che ha costruito un immaginario più audace e anticonformista rispetto alle
collezioni presentate a Milano. L’effetto patchwork dei suoi blazer, che mixa più nuance insieme,
rappresenta l’apice del color power.



Esplosione di colore anche da Tommy Hilfiger, che ha sfilato al teatro Skyline Drive-In di Brooklyn, con la sua collezione Tommy Now (See now, Buy now), chiaro richiamo all’arte di Andy Warhol e agli anni Sessanta. Lo stile preppy del brand viene ridefinito in una versione più inclusiva e audace, con nuovi colori e accenni bondage.
L’evento è stato presentato contemporaneamente con un evento nel metaverso, trasmesso da Roblox per una moda Fashiontainment e con l’obiettivo di conquistare nuove generazioni di consumatori.



Carolina Herrera propone invece un mix & match di colori e texture, di stampe e fantasie, in una
collezione che sembra citare e celebrare la natura dei pittori impressionisti. Una verve massimalista si diffonde attraverso maniche oversize, volumi in tulle drappeggiato e orecchini maxi. Viene esaltata la bellezza nella sua accezione più aulica, romantica ed ultra femminile.



Il tie-dye gremisce le collezioni di Altuzarra e di Collina Strada, in un’esplosione di nineties vibes che recupera da quel decennio una serie di must imperdibili per questa stagione.
Tra l’altro, Collina Strada, brand statunitense molto in hype, ha scelto Vitelli (brand italiano
dall’approccio post hippie che sta ridefinendo il concetto della classica maglieria, in un’ottica
sostenibile e contemporanea) per la realizzazione di due tessuti, rigenerati al 100% da fibre di scarto dell’industria della maglieria italiana.



Un’energia totalmente sparkling e nostalgica, quella di Tom Ford, per i suoi anni d’oro da Gucci e
Saint Laurent, che ha chiuso la New York Fashion Week con uno show scintillante tra lamé e
paillettes. Nuances accese ed esplosive anche per Prabal Gurung e Aliétte, che esibiscono una sensualità vivace e determinata con piume, drappeggi, paillettes e trasparenze.



Trasparenze
Non può passare inosservato l’ensemble in total blue effetto vedo non vedo di Jason Wu che però
adotta una palette cromatica decisamente meno accesa. Le sue creazioni sono estremamente
delicate, leggere, fluide.



Christian Siriano firma degli abiti da sera con drappeggi e gonne di ruches super voluminose, che trasportano la mente in atmosfere incantate. Il colore nero è comune, a rimarcare quel tocco grunge anni ’90.


Più sportiva e rock invece la visione di Dion Lee, che propone asimmetrie e trasparenze con
accessori eccentrici, irriverenti e un po’ bizzarri, come gli stivali a forma di foglie tropicali in
neoprene verdi e neri.
Is this called minimalism?
Se l’eccentricità è stata protagonista di molte collezioni, Proenza Schouler, che ha aperto questa
NYFW 2022, continua a puntare su quel minimalismo sofisticato che ne ha definito l’identità. La
collezione emana vibes techno-latine, in un gioco di contrasti tra linee morbide e fluide ed effetti
scultorei, maniche con volant gigantesche e pantaloni scampanati con balze e frange.
Amy Smilovic, creative director di Tibi, ha abbracciato forme fluide e morbide in colori pastello,
riproponendo un must delle sue collezioni: la canotta a costine. Per il 25esimo anniversario, il brand ha scelto un verso di apertura di Is That All There is di Peggy Lee che recita: “Life is Life. It’s all there is and you can make it great and enjoy it or not.”
Un mix di paillettes, frange in seta, pelle e denim investe la sfilata di Khaite, che ha conquistato con la sua estetica nineties e irriverente il cuore di molti. Giacche oversize e linee seducenti creano una donna misteriosa e super confident.
L’oversize è adottato anche da Coach, che propone giacche dal sapore vintage.



Baguette Fendi
Tra gli highlights da non perdere di questa Fashion Week newyorkese, sicuramente il 25esimo
anniversario dell’iconica Baguette Fendi.
La maison ha scelto di celebrare l’evento proprio a New York, per il rapporto speciale che l’it bag ha con la città, che ha consacrato parte del suo successo, e per la sua apparizione al braccio di Carrie Bradshaw in Sex and the City. “It’s not a bag, it’s a Baguette” recitava Sarah Jessica Parker.
La Resort 2023 è stata presentata all’Hammerstein Ballroom, tra volti simbolo della maison e
collaborazioni inedite. L’evento ha visto l’incredibile unione creativa di Kim Jones e Marc Jacobs, che hanno mixato stilemi classici e street, codici della maison romana con quelli di uno stile tutto
americano.

Kim Jones e Silvia Venturini Fendi hanno collaborato anche con Tiffany & Co, l’attrice Sarah Jessica Parker, madrina della borsa, e il brand giapponese di valigeria Porter.
Questo ha contribuito alla creazione di una collezione che enfatizza il tratto camaleontico e
irriverente della Baguette, declinandola in mille varianti diverse e trasformandola anche in accessori ed elemento décor. In passerella è riapparsa, in occasione di questa celebrazione, la supermodel Linda Evangelista, rimasta lontana dai riflettori per anni, a causa degli effetti collaterali di un disastroso intervento di criolipolisi. Avvolta da uno splendente mantello azzurro Tiffany, Linda torna ad incantare.

La sensualità firmata Peter Do
Uno sguardo di curiosità per il brand Peter Do, che propone delle sontuose creazioni che vedono
insieme seta e pelle, in un inno alla sensualità che non ha più accezioni di genere. Do infatti non
veste solo uomini o solo donne, ma persone, mixando schiene scoperte, revers in raso e
abbigliamento sportivo.
Anne Hathaway sarà di nuovo Andy?
In occasione di un altro evento, quello della sfilata di Michael Kors, Anne Hathaway si è presentata con un look che ha ricordato senza troppi sforzi la versione deluxe di Andy Sachs, giovane stagista di Il diavolo veste Prada. L’attrice, che aveva recitato proprio nel ruolo di Andrea, era in front row accanto ad Anna Wintour, di cui il personaggio di Miranda è chiaramente l’alter ego. Sarà una strategia di marketing per anticipare o/e creare delle aspettative per chi sogna ancora un sequel o è solo un modo per omaggiare in maniera simpatica il fashion show del brand di cui veste ed è spettatrice?
Non è ancora dato saperlo.
La fashion week newyorkese si è conclusa, passa ora il testimone alla London Fashion Week.
FOTO: Vogue
Testo: Arianna Chirico