Burberry, dalle divise dell’esercito inglese a Riccardo Tisci. La proposta di Marechiaro Closet.

Oggi Burberry è un’azienda nota nel mondo, con la sua fantasia iconica, riconoscibile anche dall’occhio di un bambino. Ma chi conosce la vera storia del brand? Tanti sanno che è un brand inglese ma non tutti sanno che ha un collegamento con la regina, anzi la sua storia parte proprio dalla corona reale. Ma andiamo per gradi.

L’azienda nacque nel 1856 per opera di Thomas Burberry che dopo aver imparato il lavoro in un negozio di stoffe riuscì ad aprire una propria bottega Basingstoke, nell’Hampshire in Inghilterra. Il brand comincia a crescere quando la Regina da loro il compito di produrre divise dell’esercito da utilizzare nella guerra vestendo così grandi eroi come Amundsen, Ernest Shackleton, George Mallory; inventando proprio per loro il famoso trench che era in gabardine, non aveva bottoni ed era chiuso in vita con cintura.

Nel 1900 nasce il logo di Burberry con l’uomo a cavallo armato di lancia e stendardo con la scritta latina Prorsum (avanti). Mentre nel 1920 compare per la prima volta il Check, così Buberry segna finalmente la sua popolarità grazie a Humphrey Bogart che indossa un capo Burberry nel film classico Casablanca.

Oggi i negozi del marchio Burberry sono in tutto il mondo, dal Brasile ad Hong Kong, dalle Filippine alla Giordania, dall’Armenia al Bahrein, diventando così un marchio veramente globale. Il tutto anche grazie all’arrivo nel 2018 di Riccardo TIsci, ex direttore creativo di Givenchy che ha dato una svolta al brand, cambiando anche il logo. Utilizzando le lettere TB (Tisci/Burberry) come a significare un nuova era del marchio, legata proprio alla sua venuta.

Come tutte le settimane, Marechiaro Closet shop online di Vintage, coglie l’occasione per mostrarci un suo capo. Questa settimana, la scelta ricade proprio su un blazer Burberry. Un meravigliosa giacca oversize in pied de poule dell’iconico brand in pura lana vergine. I fantastici bottoni richiamano l’epoca del logo con l’uomo a cavallo. Allora se non possiamo spendere cifre esorbitanti per un capo Burberry di nuova collezione, perché dobbiamo rinunciare ad un capo iconico con un prezzo democratico? Ecco la nostra proposta!!

Martina Capuano