La moda low cost ha già superato il covid? Benchè il segmento della moda low cost non possa dirsi fuori dalla crisi innescata dalla pandemia Covid-19, le principali aziende del settore condividono risultati migliori delle aspettative, generando ottimismo negli investitori di mercato.
“Grazie a delle collezioni molto apprezzate – sottolinea la nota di H&M -, associate a decisioni rapide e determinanti, la ripresa del gruppo è stata superiore al previsto”. Il player guidato da Helena Helmersson aveva registrato una perdita ante imposte di 6,5 miliardi di corone nel trimestre marzo-giugno. “Un aumento delle vendite a prezzo pieno, unito a un controllo rigoroso dei costi, ha già permesso alla società di realizzare utili nel terzo trimestre”.
La controllante, tra gli altri, di Zara, Pull and Bear, Bershka e Stradivarius ha archiviato il primo semestre (dati al 31 luglio scorso) con vendite in discesa da 12,8 a 8 miliardi di euro. Di contro, le vendite online segnano un +74 per cento. Nei sei mesi il colosso di Arteixo ha registrato un rosso di 195 milioni di euro, contro profitti per 1,55 miliardi nello stesso periodo dello scorso esercizio. La performance è stata condizionata da 308 milioni di accantonamenti per il completamento del processo di ottimizzazione dei punti vendita iniziato nel periodo 2017-2019. Nel secondo trimestre, però, Inditex inverte la rotta: l’azienda ha infatti evidenziato un utile di 214 milioni di euro, contro il rosso di 409 milioni del Q1.
“I consumatori – si legge su Reuters – hanno ricominciato a comprare moda da quando i negozi hanno riaperto dopo il lockdown. JP Morgan stima che le vendite di moda nell’Europa continentale siano diminuite del 15%, in media, a luglio, contro il calo del 42% di maggio”.
A questi dati si affiancano, sempre in chiave di ripresa del fast fashion, le dichiarazioni di Associated British Foods che per la controllata Primark parla di “forti” performance.
E voi, acquistate spesso da marchi di moda low cost?
Fonte: pambianconews.com