Burberry rinuncia agli aiuti statali: no alla cassa integrazione

Burberry, come Chanel ed Hermes, rinuncia alla cassa integrazione, ovvero agli aiuti statali per l’emergenza coronavirus.

Nella fase di difficoltà scatenata dall’emergenza sanitaria, Burberry sceglie di non ricorrere all’aiuto del governo britannico, impegnandosi a mantenere la paga base per tutti i dipendenti che non siano in grado di lavorare in remoto e riducendo del 20% gli stipendi dei top executives per il periodo aprile-giugno. A riferirlo è Wwd, che riporta alcune dichiarazioni del CEO di Burberry, Marco Gobbetti: “Mentre continuiamo a intraprendere azioni di mitigazione per contenere i costi e per proteggere la nostra posizione finanziaria – ha detto il numero uno della griffe -, ci impegniamo anche a salvaguardare posti di lavoro e a sostenere le attività di soccorso durante l’emergenza sanitaria globale”.

Ad oggi, la società si concentrerebbe dunque sulla riduzione delle “spese non essenziali”. Burberry ha temporaneamente chiuso la gran parte dei suoi store e ha convertito la fabbrica di trench dello Yorkshire alla produzione di dispositivi di protezione individuale per operatori sanitari e di assistenza.

Scelte coraggiose sono queste da parte dei brand della moda del lusso, non è vero?

Fonte: pambianconews.com