“Continua in modo lineare la crescita del mercato e-commerce B2C in Italia, ma una riflessione va fatta in una prospettiva internazionale”, ha commentato Roberto Liscia, presidente di Netcomm. “Secondo recenti stime, rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia detiene la quota di popolazione che compra online più bassa in assoluto: solo il 44% degli italiani acquista online, contro il 68% della popolazione europea. Non solo, l’Italia si aggiudica l’ultimo posto anche in termini di competitività nel settore dell’e-commerce. Questo ritardo si può spiegare nella correlazione diretta tra le competenze digitali di un Paese e la competitività delle aziende”. Solo il 10% delle imprese italiane, infatti, vende online proprio per la scarsa capacità di applicare le tecnologie disponibili per espandere il proprio business. “Gli e-shopper, che hanno esigenze sempre più puntuali e personalizzate – ha concluso Liscia -, comprano all’estero proprio perché in Italia non trovano un’offerta che risponda in modo efficiente alla propria domanda”.
Nonostante i ritardi rispetto ai paesi europei, l’abbigliamento traina l’e-commerce in Italia, battuto solo dal comparto di informatica ed elettronica.
Secondo l’indagine dell’Osservatorio e-commerce B2C-Consorzio Netcomm/School of Management del Politecnico di Milano, riportato da Apcom, nel 2019 gli acquisti online degli italiani cresceranno del 15% rispetto all’anno scorso, andando così a superare i 31,5 miliardi di euro. Un risultato su cui, appunto, incide particolarmente l’abbigliamento, il quale, nel periodo, registrerà, secondo le stime, un aumento del 16% a quota 3,3 miliardi di euro.
La moda online è superata solo dall’informatica e dal digitale che, con una crescita che va oltre il 18%, vola oltre i 5 miliardi.
Le stime degli altri settori riguardano: “arredamento & home living” a 1,7 miliardi (+ 26%); il “food & grocery” a 1,6 miliardi (+ 39%). Lo smartphone, tuttavia, gioca un ruolo cruciale nell’e-commerce generando quasi il 40% del totale.
